mercoledì 26 aprile 2017

“La migliore delle vite”, David de Juan Marcos - HarperCollins

“La migliore delle vite”, David de Juan Marcos - HarperCollins

“In realtà non ho molto da raccontarti” inizia così il secondo romanzo di David de Juan Marcos (il primo pubblicato in Italia), ma in realtà Nico, il narratore, ne ha di cose da raccontare: la sua storia, quella dei suoi genitori, di suo fratello Marcos, del nonno Martìn, di Gennaro, di Pierre e soprattutto di Lei, la sua interlocutrice.
Nico è un ventenne che, spronato dal nonno, decide di andare a studiare un anno a Cambridge, perché bisogna vedere il mondo, fare cose di cui pentirsi ma soprattutto per rieducare i suoi genitori. Sì perché Nico aveva un fratello minore, Marcos, che è scomparso, rapito, scappato, non si sa; dalla sua scomparsa però come è giusto che sia i suoi genitori non vivono più e sembrano aver dimenticato di avere un altro figlio, lui, Nico. Decide quindi di fuggire a una situazione familiare nella quale non può più respirare e vivere.
Parte per iniziare la sua vita, parte convinto che allontanandosi, il vuoto lasciato da Marcos sarà meno opprimente.
Proprio a Cambridge conoscerà quelle persone di cui ci racconta le storie; vite di cui fa parte e di cui diventa suo malgrado parte integrante.
Pierre, giovane francese, intraprendente, carismatico, intelligente, di famiglia ricca, ha un difficile rapporto con il padre, soprattutto perché ha intenzione di andare a lavorare in Africa in qualche ONG, vuole aiutare le persone, lo sente come una vocazione.
Gennaro, invece, è il padrone della casa dove Nico affitta una stanza; italiano, napoletano, vive a Cambridge da tantissimi anni, è molto malato ed è pronto a vendicarsi di chi l'ha umiliato in passato.
E poi c'è Lei o tu, l'interlocutrice cui Nico sta raccontando la storia quasi rimettendo insieme i pezzi di un puzzle. Lei, danese, anticonformista, bellissima, amante del cinema e del vivere la vita momento per momento come se non esistesse un dopo. Lei con un fratello speciale, una situazione familiare complicata, un grande segreto che le pesa sul cuore.
Nell'arco di tre anni la storia e i personaggi del romanzo di David de Juan Marcos si spostano tra Cambridge, Roma, Amsterdam, Parigi; lo scrittore, sullo sfondo delle vicende dei personaggi, ci regala delle vivide cartoline di queste bellissime città, dei loro abitanti e delle loro abitudini.
Come anche lo stesso scrittore precisa in alcune interviste, di storie se ne sono raccontate e scritte tante e anche questa, come altre, racconta nulla di più della vita: amore, morte, famiglia, maternità, malattia.
David de Juan Marcos ha voluto però farlo con una scrittura diversa, a tratti poetica, infarcita di citazioni (letterarie, musicali, cinematografiche), metafore, flashback, dialoghi non racchiusi in virgolette o caporali o trattini. Ne risulta una lettura sì veloce ma intensa, con molti rimandi che richiedono al lettore concentrazione e attenzione; è un romanzo che va gustato, pensato, assorbito e non ingurgitato.
I personaggi hanno tutti una loro particolare intensità, anche i più marginali sono perfettamente inseriti nella storia, ben definiti.
Ognuno leggendo avrà la sua preferenza; la mia in un primo momento è andata al nonno Martìn, quello che invita Nico a vivere. Pensandoci meglio però è proprio Nico il mio preferito, lui che da spettatore sofferente diventa attore principale della sua vita; da ventenne solitario, insicuro, prenderà in mano le sorti di tutti, non decidendo per loro, ma mettendoli con forza di fronte al fatto che bisogna vivere la vita che vogliamo non quella che altri hanno sognato per noi.

“Bellissimo”, Massimo Cuomo - Edizioni e/o

“Bellissimo”,  Massimo Cuomo - Edizioni e/o
Si dice che la bellezza sia negli occhi di chi guarda, non nel caso del neonato Miguel, lui è di una bellezza disarmante, che incanta tutti: il padre Vicente, il nonno Hermenegildo che lo accompagna dalla madre Maria danzando sulle note di Jarabe Tapatio e anche suo fratello Santiago che sente però questo fratello bellissimo come un intruso, qualcuno che sta oscurando la sua presenza nel mondo.
Effettivamente sarà così, Santiago prima fanciullo, poi adolescente, infine uomo, nonostante sia il fratello maggiore, sarà sempre un passo dietro Miguel; taciturno e cupo al confronto del solare, indipendente, miracolato Miguel. Nel lavoro, nelle relazioni, nell'affetto del padre, la magica bellezza dell'uno produrrà un sentimento di sconfitta e resa nell'altro.
Miguel ha però un animo tormentato, sa che la loro città, Mérida,  è praticamente ai suoi piedi, ma lui vuole di più, cerca la libertà, l'adorazione delle persone per lui è come una gabbia. Scapperà, spesso, e ogni volta Santiago sentirà forte la sua mancanza, ma solo in quei periodi in cui il fratello è lontano riuscirà a capire veramente se stesso, di cosa ha bisogno, cosa deve cercare.
L'ultima assenza di Miguel sarà quella definitiva per la vita dei due fratelli, per la loro famiglia e per l'appassionata gente di Mérida soggiogata anch'essa da troppa bellezza.
Il nuovo romanzo di Massimo Cuomo ha l'incanto delle storie senza tempo, la magia misteriosa dei rituali sudamericani, la forza della musica, la malinconia di una lacrima sugli occhi e la follia di una notte di baldoria. Con una scrittura avvolgente ci trasporta lontano, in un mondo fatto di riti ancestrali, credenze magiche, forti passioni, raccontandoci la storia di due fratelli che si amano, si invidiano, si scontrano ma che sanno abbracciarsi come solo i fratelli sanno fare. Un racconto che inizia con un neo sulla guancia “come un punto di un punto di domanda” e finisce con un neo sulla caviglia “come il punto alla fine di una storia”.


sabato 15 aprile 2017

Buona Pasqua


     Aspettando che il vento cambi...

    "Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia ..."